The Lefthander, buio e rinascita nel nuovo videoclip di Ly O Lay Ay Lo Passa ai contenuti principali

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There and Back Again - Il nuovo album

There And Back Again   Il secondo album di Fabio Mancini, musicista romano dal cuore irlandese, è ora su Spotify e su tutti i principali negozi online e servizi di streaming. Il suo stile eclettico unisce il blues, il rock e il folk irlandese in una musica unica, che sulla scia di The Leaving, sua opera prima, segna ancora una volta la pubblicazione di un lavoro originale, coinvolgente ed emozionante.   Sono passati due anni dalla pubblicazione dell’album d’esordio di " The Leaving" di Fabio Mancini, in arte The Lefthander , in cui il polistrumentista romano incideva le sue storie di viaggio e partenze attraverso un sound misto tra cantautorato e Irish folk, tra sonorità rabbiose e carezzevoli. The Leaving , la title track , ha ottenuto oltre 13 mila ascolti su Spotify, divenendo rappresentativa, insieme a brani come The Star of North e A Folk Song , del modo di suonare del cantautore romano. Il 12 maggio è uscito il suo secondo album, " There and Back Again &

The Lefthander, buio e rinascita nel nuovo videoclip di Ly O Lay Ay Lo




Fabio Mancini, classe 1990, è musicista e cantante in numerosi progetti di musica originale e non, che vanno dal folk irlandese alla world music, dal rock al country, dal blues al cantautorato italiano. Dal 2018 con The Lefthander, inizia il suo progetto solista in cui raccoglie le proprie influenze irlandesi e americane, ispirandosi alle tradizioni folk della canzone raccontata, alla world music e al cantautorato. Nel 2020 esce il suo primo album The Leaving e appena un mese fa è uscito il suo secondo album, There and Back Again, dal quale è tratto il video di Ly O Lay Ay Lo.

Ly O Lay Ay Lo, l’anima folk si colora di nero

Mancano pochi giorni al lancio del nuovo videoclip di The Lefthander, il primo tratto dal secondo album di There and Back Again. Il 24 giugno Ly O Lay Ay Lo uscirà su tutti i social del cantautore romano, mostrando al proprio pubblico, un racconto per immagini del brano che probabilmente più di tutti riassume tutta l’evoluzione sonora dell’artista, tra le sonorità acustiche del primo album e le tinte dark del secondo. Un suono cupo, dominato dal lamento del violino distorto e dal ritmo incalzante, per un pezzo che vuole descrivere sia una prigione che una fuga, un viaggio nei propri errori migliori, come emerge dalle prime due strofe della canzone:


Let the sun go down

Let the waters rise

Let yourself be drained

To the end of time


Let our glory pass

Let our mistakes shine

Let yourself confess

All your sweetest shame


 

Così nel videoclip – girato da Marco Civilla presso lo studio Note in Tempo a Roma – la danzatrice – Alberta Arena – sembra nascere dal buio del mondo circostante di queste sonorità cupe e inquietanti ed emergere da sola alla luce. Nella performance, la donna, come in trance estatica, rivive verso dopo verso le parole della canzone, passando da uno stato di abbandono a uno di risveglio concitato e nervoso, che testimonia la volontà di voler scappar via dalle tenebre di un grembo materno e matrigno –  la società –, volendo a tutti i costi affermare se stessa. Tutto ciò naufragherà invece nella maschera bianca spersonalizzante che ricopre il volto della performer che testimonia la sconfitta di questa battaglia, così le due strofe finali della canzone:


Let our time be few

Let our nights be dark

Let our days be cold

Let us miss that spark


Let the wind blow high

Let the wind blow low

Spread your wings and fly

We're done with this show


There and Back Again, il secondo album di The Lefthander

There and Back Again, uscito il 12 maggio scorso sulle principali piattaforme digitali di streaming è un album di rinascita per Fabio Mancini. In questo lavoro trovano posto la ricerca di un sound più elettrico e a tratti acido, marcato dal fiddle distorto, accanto a ballate acustiche e narrative che partendo da arpeggi delicati finiscono per trasformarsi in nenie dalle tinte inquietanti. Incursioni blues che citano i maestri del genere –  personali declinazione del country-folk à la West Coast - e infine un omaggio ai Jethro Tull – una delle band che rimangono di maggiore ispirazione per l’artista.

Tutte le tracce, come succedeva già in The Leaving e com’è proprio per la filosofia dell’artista, sono collegate fra loro e a quelle del primo album, come a disegnare un immaginifico itinerario di un unico viaggio.

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